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"Anima nera" è un romanzo violento, moralmente discutibile, socialmente deprecabile. È un romanzo con una spiccata venatura misogina, politicamente scorretto, al limite del sopportabile. È un romanzo malvagio, e la malvagità è incarnata nella figura del protagonista, David, che fin da ragazzino scopre la "bellezza", il fascino della morte, di uccidere e distruggere le donne. Un romanzo dove più realtà si fondono, dando origine a un intreccio di follia e sangue che si snoda nell'arco di quarant'anni e che, alla fine, avrà sempre una sola, grande protagonista: la morte.